Brevi meditazioni bibliche              da Cristiani Oggi

 
 

 

 

                                                                                                                  di  Davide Di Iorio

 

 

 

Le calzature adatte

 

            

“Come calzature ai vostri piedi lo zelo dato del vangelo della pace”

(Efesini 6:15)

 

 

Delle 204 ossa che compongono il corpo umano ben 52 appartengono ai piedi.  Con questi, ogni essere umano  copre  mediamente  400.000  km nel corso della sua vita.  Negli anni i piedi sono stati un simbolo di potere religioso, sessuale ed anche di comunicazione.  Per questo le calzature hanno sempre  avuto un valore rilevante.  Il credente,  da parte sua,  è invitato ad indossare quelle dello zelo dell’Evangelo.

I cinesi fino a prima dell’attuale  sistema  politico al potere,  comprimevano il piede femminile con bende e poi in scarpe tanto piccole da deformarne le ossa. Si costringevano,  così, le cinesi a passi incerti che  impedivano loro di  allontanarsi dal  marito che si  sentiva così onnipotente. Nella regione dei grandi laghi, in Africa,  alcuni sovrani non toccano il terreno,  vengono portati sulle spalle oppure camminano su stuoie.  Si crede che la loro potenza  regale altrimenti inaridirebbe.  In nord Africa e nello  Yemen  le donne si dipingono i piedi con  l’hennè  quando stanno per sposarsi e così comunicano che sono già impegnate. Nell’arcipelago di Tahiti il tatuato sulle caviglie indica che  appartiene ad una famiglia nobile.  Nell’ambito della religione ufficiale nel nostro paese si ripete l’atto di lavare i piedi ad alcuni, nel rito del giovedì che precede la Pasqua,  come atto d’umiltà.  I mussulmani,  invece,  tolgono le scarpe prima di entrare nelle loro moschee come atto di sottomissione ad Allah.

La diffusione della moda delle calzature è stata lenta. Per secoli è stata seguita esclusivamente da aristocratici e da  personaggi  ricchi e la  gente comune le ha considerate soltanto uno strumento per proteggere e coprire i piedi disinteressandosi di quelle eleganti.

 

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Le calzature

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Sette tipi di calzature sono quelle fondamentali.

“La scarpa bassa con i lacci”.

E’ la più recente, ma ha già 350 anni. Nei paesi di lingua inglese è detta Oxford, dal nome della città inglese in cui è divenuta famosa fra la popolazione universitaria nella metà del 1600.

“Il sandalo ed il mocassino”.

Risalgono a migliaia di anni fa. Il mocassino fu chiamato così dagli indiani d’America. C’è poi la scarpa bassa décolleté, con la suola sottile ed il tacco  basso che pare fosse già usata dalla regina Elisabetta I  d’Inghilterra.  Sembra che il mocassino venisse originariamente usato dai domestici che azionavano con i piedi i pedali del freno delle carrozze. Nel tempo è divenuta scarpa da cerimonia per donne.

“Lo zoccolo”.

E’ la calzatura ancora più antica e primordialmente si ricavava da un blocco di legno. Venivano portati dai contadini ed operai perché di costo contenuto; oggi sono usati con la tomaia di pelle attaccata ad una base di legno od altro materiale.

“La pianella”.

Utilizzata in casa e priva della parte superiore come lo zoccolo. La forma la si fa risalire al mulu degli antichi sumeri,  una specie di ciabatta senza tacco.  La versione  moderna invece ha il tacco ed è diventata una calzatura elegante.

“Lo stivale”.

Inizialmente  era  formata  da due pezzi:  la scarpa ed il gambale;  fu usato dagli inglesi che lo adottarono dai normanni.  I primi  colonizzatori americani si sdraiavano e se li mettevano sullo stomaco per curare il mal di testa.

“Il sandalo”.

La calzatura più comune ai tempi biblici. Consisteva in un pezzo di legno o cuoio legato al piede con strisce; gli antichi egizi ne bruciavano uno e ne respiravano il fumo per alleviare il mal di testa. E’ questa la scarpa cui allude l’apostolo Paolo scrivendo agli Efesini, “come calzature ai vostri piedi lo zelo dato  dal  vangelo della pace”.  Il sandalo  del soldato romano era usato dalla fanteria romana,  la “regina delle armi”.  Era dotato di chiodi che facevano presa sul terreno, anche era scivoloso od inclinato. Serviva per protezione perché copriva i piedi ed aiutava così,  a prevenire il raffreddore ed evitare  spine ed altri pericoli spesso messi apposta dai nemici. L’Evangelo produce la pace con Dio, con gli altri e con se stessi,  tiene saldi impedendo cadute e consentendo di passare incolumi nel mondo annunciando con zelo ad altri quanto si è ricevuto dal Signore.

Il sandalo  veniva  usato per  viaggiare su  strade che erano spesso grezze e pericolose,  come quelle dell’evangelista descritto dal profeta: “Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie,  che annunzia la pace,  che è araldo di notizie liete,  che annunzia la salvezza,  che dice a Sion:  ‘Il tuo Dio regna!’”  (Isaia 52:7).  Non era portato dagli schiavi ma

dai liberi.  Il figlio prodigo non ne aveva ed il padre lo fece calzare al suo ritorno a casa.  Non

era dignitoso per un uomo ricco esserne privo. Neanche per un credente vivere senza i calzari dell’Evangelo.

 

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L’Evangelo della pace

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E’ il “Vangelo della pace”, chiamato così per i suoi effetti e per la riconciliazione con Dio che è capace di produrre. Si discute se il versetto di Efesini sia un’ingiunzione ad essere preparato per il Vangelo o per il suo effetto. In II Corinzi 5:18-21 è scritto: “E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in  Cristo nel riconciliare con sé il mondo,  non imputando agli uomini le loro colpe, ed ha messo in noi la parola della riconciliazione. Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio. Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui”. Gesù è venuto in terra proprio per “risplendere su quelli che giacciono in tenebre ed in ombra di morte, per guidare i nostri passi verso la via della pace” (Luca 1:79). Da allora i credenti continuano nel compito: “E come annunzieranno se non sono mandati? Com’è scritto: ‘Quanto sono belli i piedi di quelli che annunziano buone notizie!’” (Romani 10:15).

C’è un bel contrasto tra il conflitto esterno in cui si è impegnati e la pace interiore che l’Evangelo produce. Infatti è spesso ribadito: “A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida” (Isaia 26:3). Ed anche …e la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori ed i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:7). Come spesso accade nel Regno di Dio le cose non sempre hanno una logica naturale: si deve combattere per produrre la pace! Altro aspetto sottolineato nel testo è la ‘preparazione’: “Avendo i piedi  calzati  della  preparazione dell’Evangelo della pace”  (Efesini 6:15 versione Diodati), ‘prontezza’ secondo la versione Riveduta. Preparazione per fare e soffrire tutto quello che Dio vuole, come un soldato cristiano gradito a Dio.

Occorre possedere questa pace per combattere! Alcune categorie di cittadini ebrei erano esentati dalla leva obbligatoria proprio per questo motivo: “Poi i responsabili parleranno al popolo, e diranno: ‘C’è qualcuno che ha costruito una casa nuova e non l’ha ancora inaugurata? Vada, torni a casa sua, perché non muoia in battaglia e sia un altro ad inaugurare la casa. C’è qualcuno che ha piantato una vigna e non ne ha ancora goduto il frutto? Vada, torni a casa sua, perché non muoia in battaglia e sia un altro a godere il frutto della vigna. C’è qualcuno che si è fidanzato con una donna e non l’ha ancora presa? Vada, torni a casa sua, perché non muoia in battaglia ed un altro se la prenda’. I responsabili parleranno ancora al popolo, e diranno: ‘ C’è qualcuno che ha paura e sente venir meno il cuore? Vada, torni a casa sua, affinché i suoi fratelli non si scoraggino come lui’” (Deuteronomio 20:5-8).

Dio ordinò a Gedeone di fare una cernita del suo popolo prima di combattere contro i Madianiti: “Fa dunque proclamare questo, in maniera che il popolo l’oda: chiunque ha paura e trema se ne torni indietro e si allontani dal monte di Galaad. E tornarono indietro ventiduemila uomini del popolo e ne rimasero diecimila” (Giuda 7:3). In seguito si ridussero a trecento, ma per il Signore erano sufficienti. Gesù offre tutto questo: “venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo ed imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce ed il mio carico è leggero” (Matteo 11:28-30).

In conclusione occorre calzare i piedi dell’Evangelo della pace affinché si possa combattere senz’ansia, senza dubbi, senza disperazione e si avrà fiducia che: “Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi” (Romani 16:20).   

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                               

       Di Davide Di Iorio

pubblicato da Cristiani Oggi

 
 

 

 

 

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