Brevi meditazioni bibliche da Cristiani Oggi
di Aniello Esposito
La salvezza della famiglia
"Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia"
(Atti 16:31)
Quante volte abbiamo sentito citare con convinzione questo verso
della Bibbia!
Sono numerosissimi i credenti che possono testimoniare d’avere
pregato per anni avendo in mente questa preziosa promessa per poi vedere con
gioia l’esaudimento del Signore. Vi sono anche belle testimonianze di credenti
che sono trapassati con la fiducia che Dio avrebbe salvato le loro famiglie e
di ciò molti di noi sono testimoni.
Decisamente molte volte questo verso viene declamato quasi a mo di
“formula” per incoraggiare i credenti che desiderano la salvezza delle loro
famiglie. Il nostro intento non è quello di annullare o sminuire una preziosa
promessa dell’Evangelo che ha animato (ed anima) l’esperienza di innumerevoli
cristiani ma ci permettiamo di obiettare che, talvolta le promesse della
Scrittura sono usate come una primitiva clava per sfondare la volontà di Dio.
La Bibbia non ci propone degli automatismi di tipo “magico
mistico” ma delle esperienze che sono sempre e solo esperienze di fede. Cosa
dire a coloro che desiderano vedere le loro famiglie salvate? Cosa, oltre alla
fede, può aiutarci a vedere i nostri “cari” convertiti al Signore? Lasciamoci
rispondere dalla scrittura.
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Una decisione determinata
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Una parafrasi del testo biblico rende Giosuè 24:15 in questo modo:
”Io e la mia famiglia abbiamo deciso: serviremo il Signore!”. Alla
memoria dei lettori della Versione Riveduta risuona solenne la dichiarazione
del patriarca “quanto a me ed alla mia casa”. Non c’è nulla che può
convincere le persone più delle azioni concrete.
Uno degli esempi più memorabili lasciatici dal nostro Divino
Maestro conferma questa verità: in occasione della lavanda dei piedi dei
discepoli (Giovanni capitolo 13) Gesù, senza proferire parola, si “trasformò da
maestro a domestico per insegnare la solenne lezione dell’umiltà. Se
desideriamo vedere la salvezza delle nostre famiglie dobbiamo essere cristiani
determinati che vivono una vita concretamente dedicata al Signore.
Si racconta dell’incredibile storia di un bizzarro membro di
chiesa che dopo alcuni anni dalla conversione e con grande sollievo confidò al
pastore che, grazie a Dio, ancora nessuno si era accorto della sua esperienza
cristiana: Prima di citare trionfalmente la promessa di Atti 16 assicuriamoci
di avere preso, come Giosuè, una determinata decisione di servire il Signore e
che i nostri familiari se ne siano accorti!
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L’annuncio di Cristo
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A Cornelio, che era alla ricerca della verità, un angelo del
Signore disse: “Fa venire Simone, detto anche Pietro. Egli riparlerà di cose
per le quali sarai salvato tu e tutta la tua famiglia (Atti 11:13,14). La
salvezza in cassa di Cornelio non entrò a causa delle sue elemosine e nemmeno
per mezzo delle preghiere e neanche per via dell’angelo del Signore: la
salvezza può “entrare” nelle nostre case solo se vi è accesso per la “Parola di
Cristo”!
Alcuni si accontentano di avere familiari “che sono contrari” o
“che sono tanto buoni” o ai quali “manca soltanto la grazia di Dio”! Dio ci
aiuti ad amare, meditare ed annunciare la Parola di Dio ai nostri familiari! E’
importante il nostro esempio, sono utili le nostre preghiere ma se non avranno
modo di ascoltare la Parola di Dio in chi crederanno?
L’apostolo Paolo si chiedeva con premura “come crederanno in
colui del quale non hanno udito parlare?”. Non dimentichiamo mai che “la
Parola di Dio è vivente ed efficace, è più affilata di qualunque spada a due
tagli, e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture
e delle midolle; e giudica i sentimenti ed i pensieri del cuore”! Si, se
desideriamo vedere salvate le nostre famiglie annunciamo loro la Parola di Dio!
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La fede in Cristo
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Ed ora veniamo alla promessa citata in partenza: “Credi nel
Signore Gesù, e sarai salvato tu e la tua famiglia”. Chi, leggendo le prime
righe di questo scritto, aveva pensato che intendevamo derubare i credenti di
una preziosa promessa può stare tranquillo! La verità è che noi abbiamo bisogno
di possedere questa promessa al cento per cento! Quel “secondino” di Filippi
realizzò immediatamente la promessa datagli per bocca di Paolo perché:
1.
1.
Per fede “decise” di ricevere la salvezza. Era pronto a fare tutto
ciò che Paolo e Sila gli avrebbero detto. Accolse dei carcerati che secondo
l’ordine avrebbe dovuto sottoporre al carcere duro e, ricevendo loro, ricevette
Gesù in casa sua (Giovanni 13:20);
2.
2.
Per fede permise che la “Parola del Signore” fosse annunciata “ a
lui ed a tutti quelli che erano in casa”;
3.
3.
Per fede vide subito mantenuta la promessa quando “fu battezzato
lui con tutti i suoi” e quando “si rallegrava con tutta la sua famiglia”!
Non dimentichiamo mai che la fede non è una “capacità” ma è
fiducia in Colui che ha fatto le promesse!
Come possono esserci d’aiuto questi testi biblici se ancora i nostri familiari non hanno accettato Gesù? Dio voglia che la Sua preziosa Parola alimenti la nostra fede per non rinunciare mai a pregare per i nostri cari! Quando pensiamo ai membri delle nostre famiglie non ancora salvati ci sentiamo sconfitti e talvolta giudicati da coloro che hanno la grazia di Dio (e non certo il merito) di avere la gran parte delle loro famiglie credenti! No! Non deve essere così! La fede esclude ogni vanto ed ogni compartecipazione!
Ciò che possiamo fare per condurre i nostri cari a Cristo è: dare
una concreta testimonianza; annunciare loro la Parola di Cristo ed avere fede
che, a suo tempo, vedremo salvata la nostra famiglia!
di Aniello Esposito
Pubblicato da Cristiani Oggi
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