Brevi meditazioni bibliche  dal Risveglio Pentecostale

  

                                                                                             di Vincenzo Federico

 

 

 

I disastri infiniti causati dal peccato

 

 

Numerosi profeti, apostoli, pensatori, apologisti di tutti i tempi hanno scritto e parlato più o meno egregiamente dell’argomento che ho segnato nel testo. Lo scopo mio è però di rispondere brevemente, come potrò, ai tanti “perché” ed accuse che vengono rivolte a Dio, a volte anche dai fedeli, riguardo la calamità, i disastri di tutte le specie, che si sentono e si vedono tutti i giorni. All’esame della Parola di Dio credo che possiamo trovare tutte le risposte per noi e per gli altri.

La Bibbia ci dice al riguardo, che “Dio non può essere tentato dal male, né che egli stesso tenta alcuno; ma  ognuno è tentato dalla propria concupiscenza, che concepita, genera il peccato ed il peccato quando è compiuto produce la morte, mentre, ogni donazione buona ed ogni dono perfetto viene dall’alto, discendendo dal Padre dei lumi” (Giacomo 1:13-17). Esaminando ancora più attentamente i primi tre capitoli della nostra Bibbia troveremo, in modo sintetico ma chiarissimo, la causa (il peccato) e l’effetto (il male) di tutte le specie e di tutti i tempi operati dall’uomo per la sua “concupiscenza”. Esaminiamo più da vicino questa interessante storia: Dio creò l’uomo a Sua immagine e somiglianza, gli alitò il Suo Spirito e lo fece “signore” di tutto il creato, con una sola esigenza: “l’ubbidienza”, simboleggiata nell’astinenza di cibarsi del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male (Genesi 1:26-31; 2:15-17) gli “fece” la compagna per aiuto convenevole (v. 18-25). Entrambi ubbidirono al serpente (Satana) e disubbidirono a Dio, causando la separazione dal loro Creatore e benefattore amoroso, l’uscita dall’Eden, la condanna “scattata” automaticamente alla morte ed al lavoro duro. Seguì la maledizione su tutto il creato e su tutti gli uomini (Genesi 3:1-24; Romani 5:12; 8:20).

Il peccato.

La Parola di Dio ci dice che il peccato, con qualsiasi “etichetta” è la “trasgressione ai comandi di Dio”. I “disastri” prodotti da esso sono da “sempre” infiniti su tutti i popoli e su tutti gli uomini. Lo sguardo perfetto dell’Eterno ci dice che “… tutti sono corrotti, son divenuti abominevoli. Non v’è alcuno che faccia bene, non pure uno” (Salmo 14:1). Potendo analizzare tutti gli uomini, si riscontrerebbe in loro la lontananza da Dio. Omicidio, odio, bestemmia, idolatria, maldicenza, fornicazione, adulterio ecc. ad eccezione dei “salvati” da Gesù Cristo.

Il rimedio.

Il rimedio lo ha potuto trovare solamente l’amore e la potenza di Dio, manifesta nel Suo Figliuolo Gesù Cristo. La Sua venuta fu annunziata subito dopo il peccato commesso da Adamo ed Eva (Genesi 3:15); l’adempimento della promessa, circa duemila anni or sono, quando lo Spirito Santo s’incarno in una donna “Maria” e nacque Gesù, vero Dio e vero uomo. Egli portò al mondo il messaggio dell’amore  di Dio “perché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figlio affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Predicò il ravvedimento quindi il ritorno a Dio “il tempo è compiuto ed il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al Vangelo” (Marco 1:15). Mostrò col suo parlare la sapienza e la potenza di Dio che erano in Lui mostrando a tutti ed in tutto santità, sapienza ed amore. Chiamato a giudicare su due casi pietosi: sui Galilei che Pilato aveva fatto uccidere mescolando poi il loro sangue col sacrificio agli idoli e sui diciotto che morirono schiacciati sotto la torre di Siloe. Gesù rispose: “Io vi dico che se non vi ravvedete, tutti, perirete somigliantemente” (Luca 13:3). E’ terribile quel “tutti” morirete detto da Colui che disse: “i cieli e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno” (Marco 13:31). E’ doloroso pensare, sentire, vedere tutto il male ed i guai che ci sono stati e ci sono nel mondo, la colpa non è mai di Dio, ma del peccato, degli abusi, dei disordini commessi dagli uomini. Anche nelle varie malattie, se si esaminano a fondo, alle origini, ci sarà qualche abuso o disordine. Noi, come la chiesa di tutti i tempi, siamo tenuti a predicare il ravvedimento a Dio 2… ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2:38).

Il compimento del ministerio di Gesù Cristo.

Il compimento del ministerio di Gesù Cristo fu la Sua morte vicaria sulla croce, la Sua vittoria su Satana, sul peccato e la Sua resurrezione. Uno sguardo di fede verso di Lui ci salva e ci dà la protezione e la vita eterna. E’ una grande grazia, un dono immeritato, come descrive l’apostolo Paolo: “E’ apparsa a tutti gli uomini, ammaestrando a rinunciare alle mondane concupiscenze ed a vivere una vita santa, giusta, temperata, aspettando l’apparizione di Gesù Cristo (Tito 2:12).

Per coloro che accettano questa Grazia sono tanti i privilegi e le promesse che fa la parola di Dio. Sarebbe lunga la lista, ma ricordiamo solo quelli descritti in Apocalisse 22:1-5: “poi Egli mi mostrò un fiume puro, d’acqua di vita, chiaro come cristallo. In mezzo alla piazza della città, d’ambo i lati del fiume vi era l’albero della vita che dà dodici raccolti e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni, e non ci sarà più alcuna cosa maledetta; in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello. I suoi servitori gli serviranno e vedranno la Sua faccia ed avranno in fronte il Suo Nome. Non ci sarà più notte; ed essi non avranno più bisogno di luce di lampade, né di sole, perché li illuminerà il loro Dio e regneranno nei secoli dei secoli”.

Ecco che cosa dice invece per quelli che non  avranno accettata la “Grazia”: “fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e commette falsità” (Apocalisse 22:15).

E’ doloroso pensare alla sorte di chi rigetta la grazia in questa terra e nell’eternità.

“Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore” (Romani 6:23).      

 

 

di Vincenzo Federico

Pubblicato dal Risveglio Pentecostale

 

 

 

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