Brevi meditazioni bibliche da Cristiani Oggi
di Angelo Gargano
Pretesti fatali
Le scuse sono vecchie come il mondo. Quando Adamo peccò disse a
Dio che era tuta colpa della donna: “La donna che tu mi hai messo accanto, è
lei che mi ha dato del frutto dell’albero, ed io ne ho mangiato” (Genesi 3:12).
Eva a sua volta cercò di scaricare tutte le sue colpe sul serpente: “Il
serpente mi ha ingannata ed io ne ho mangiato” (Genesi 3:13).
Sia Adamo che Eva cercavano delle giustificazioni alle loro
decisioni sbagliate, ai loro errori. Da allora fino ai giorni nostri, le cose
non sono cambiate. Tutti noi a volte cerchiamo degli alibi, delle scuse per
giustificare e coprire le scelte errate. Cercano scuse i peccatori per
giustificare il loro rifiuto della grazia di Dio, cercano scuse i credenti
freddi per giustificare la loro condizione, cercano scuse coloro che non si
impegnano nel servizio per il Signore per giustificare la loro pigrizia,
cercano scuse coloro che non sentono la responsabilità nei confronti dell’opera
del Signore per giustificare la loro avarizia. Tutti coloro che non camminano come
Dio vuole, hanno delle scuse da avanzare.Vi sono,
però, delle scuse che uccidono l’anima e privano della gloria del cielo.
Gesù Cristo raccontò questa parabola che illustra molto bene la
natura e l’inutilità delle scuse: “Un uomo preparò una gran cena e invitò
molti; ed all’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: ‘Venite,
perché tutto è già pronto’. Tutti insieme cominciarono a scusarsi. Il primo gli
disse: ‘Ho comprato un campo ed ho necessità di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi’. Un altro disse: ‘Ho comprato cinque paia di buoi
e vado a provarli; ti prego di scusarmi’. Un altro
disse: ‘Ho preso moglie, e perciò non posso venire’. Il servo tornò e riferì
queste cose al suo signore… Perché io vi dico che
nessuno di quegli uomini che erano stati invitati, assaggerà la mia cena” (Luca
14:16-24).
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Un invito per tutti
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L’episodio qui rappresentato è quello di un uomo che rivolge l’invito
ad una festa, ma quando arrivò il momento di andare, gli invitati mandarono a
dire che non erano in grado di recarsi all’appuntamento accampando varie scuse.
Pur potendo, però, la verità è che non volevano andare e non
avevano neanche il coraggio di ammettere la verità, perciò inventarono delle
giustificazioni. Non si trattava di andare ad un funerale o a far visita a
qualcuno ricoverato in ospedale, bensì di recarsi ad una festa. Nonostante ciò
non vollero andare ugualmente. Gesù stava parafrasando il grande invito che il
Padre stava rivolgendo al suo popolo e stava mettendo davanti ai loro occhi la
risposta che stavano dando all’invito di Dio, purtroppo non riuscirono a
comprendere. Ancora oggi Dio invita gli uomini ad una festa e non ha badato a spese
per preparare questo grande banchetto per i perduti, per i peccatori. Per
preparare questo grande convito Egli ha offerto quanto di più prezioso aveva:
la vita del Suo unigenito Figlio, “affinché chiunque crede in lui non
perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Non soltanto questo, coloro
che accettano l’invito e fanno di Cristo il loro Salvatore diventano il tempio
dello Spirito Santo e Dio abita in loro. Tutto ciò in vista di una festa ancora
più gloriosa che nella Bibbia viene chiamata “le nozze dell’Agnello”: “Beati
quelli che sono invitati alla cena delle nozze dell’Agnello” (Apocalisse 19:9).
Oggi come allora, però, la gente non capisce, non riesce a discernere la
possibilità che viene loro offerta, non perché è incapace di discernere, ma
perché gli occhi e la mente sono molto occupati nel guardare e pensare ad altre
cose e così rigettano il grande invito di Dio. Tu sei invitato a questa festa,
non respingere l’invito, non cercare delle scuse, perché chi rigetta Cristo
quale Salvatore e Signore rifiuta la vita eterna. Ci sono tante cose cui si può
rinunciare in questa vita, ma non rinunciare all’invito di Dio, non rinunciare
alla salvezza. Nessuna categoria di persone è esclusa dall’invito che il
Signore porge, tutti possono andare alla festa, tutti sono invitati. Il
banchetto è per te, puoi accostarti alla tavola del Re dei re e Signore dei
Signori; puoi mangiare alla Sua mensa ed essere veramente saziato, bere alla
Sua coppa e non avere mai più sete.
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Le scuse di allora
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Nella parabola narrata da Gesù, gli invitati ebbero tutti una
scusa per non accogliere l’invito e quindi non presentarsi alla festa. La
Parola cita solo tre delle scuse che i molti invitati accamparono; può esserci
d’aiuto esaminare queste scuse attentamente e trarre degli insegnamenti per la
nostra vita. Ricordiamo che gli invitati non avevano una scusa, ma si sono
inventati una scusa. Il primo disse: “Ho comprato un campo ed ho necessità
di andarlo a vedere; ti prego di scusarmi”. E’ evidente che stava mentendo.
Un campo si va a vedere prima di comprarlo ed una volta comprato il contratto è
già sottoscritto e quindi è impossibile cambiarlo. Quindi, non era necessario
recarsi al campo proprio nel giorno del gran convito. Il fatto vero era che non
voleva andarci, così si inventò una scusa. Quest’uomo rappresenta coloro che
sono talmente occupati ad amministrare i loro beni terreni che non hanno tempo
per occuparsi di Dio e dei Suoi inviti, così facendo si lasciano derubare dei tesori
spirituali, preferendo dedicarsi alla conquista di “tutto il mondo” anche se la
conseguenza è la perdita della loro anima “E che gioverà ad un uomo se, dopo
aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua? O che darà l’uomo in
cambio dell’anima sua?” (Giovanni 16:26).
Anche il secondo uomo rifiutò l’invito: “Ho comprato cinque
paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Anche per lui
l’affare era già concluso, se avesse voluto si sarebbe potuto recare alla
festa. E’ evidente che come il primo, anche lui non voleva andare al convito e
quindi inventò una scusa. Quest’uomo rappresenta coloro che cercano le proprie
soddisfazioni nel lavoro e fanno della loro carriera, della loro attività il
proprio dio. Costoro hanno sempre da lavorare, da fare, sono sempre impegnati
nelle loro varie attività e non trovano il tempo di pensare all’eternità e a
ciò che la Parola di Dio afferma. Verrà il giorno in cui dovranno schiodarsi
dalle loro scrivanie, dai loro affari, dai loro impegni e dovranno rendere
conto a Dio della loro vita.
Anche il terzo uomo aveva una scusa: Ho preso moglie, e perciò
non posso venire”. Anche qui appare evidente che si tratta di una scusa.
Come per gli altri, anche questo invitato non voleva andare alla festa allora
si inventò una scusa. Quest’uomo può rappresentare coloro che vivono solo per
se stessi e per la loro famiglia. Scusano continuamente il loro rifiuto della
grazia di Dio con gli impegni che la famiglia procura. Dio ci invita ad amare
Lui sopra ogni cosa, perché Egli afferma che “chi ama padre o madre più di
me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me”
(Matteo 10:37).
Ognuno degli invitati dimostra che la proprietà, il bestiame o la
famiglia è più importante dell’invito. Non desideravano accettare l’invito
perché erano così immersi nelle loro attività secondarie e nei loro interessi
personali che non volevano essere disturbati.
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Le scuse d’oggi
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Sono passati quasi duemila anni da allora ma per quel che riguarda
il nostro rapporto con Dio le cose non sono cambiate di molto. Tutti si
inventano una scusa per non accettare Gesù come personale Salvatore o per non
impegnarsi veramente nel servizio: “Sto costruendo casa e non ho tempo per
altro”; “Il mio lavoro è stressante che alla fine della giornata non ho la
forza di fare altro”; “Mia moglie non collabora e non vuole che io m’interessi
alla religione”; “I figli impegnano moltissimo: la palestra, il calcio, la piscina…”. A queste potremmo aggiungerne altre mascherate
da timori o paure che alcuni accampano per rifiutare l’invito di Dio: “Se
divento un cristiano devo rinunciare a tutte le gioie della vita ed ai
divertimenti”. Non c’è pensiero più assurdo e sbagliato di questo. L?Evangelo
non è portatore di tristezza, ma di gioia e dona una pace che non dipende dalle
circostanze. Quello che molti non capiscono è che chi accetta il Signore non
rinuncia a nulla di ciò che è veramente buono e piacevole, anzi proprio allora
scopre il vero “divertimento” e la gioia di vivere. “Se accetto Cristo come
personale Salvatore, rischio di perdere la mia famiglia”. Anche questo pensiero
non ha fondamento, perché proprio accettando Cristo puoi guadagnare la tua
famiglia a vita eterna, in quanto la Parola di Dio afferma: “Credi nel
Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia” (Atti 16:31). Dio è
fedele e non mente. “Se mi converto dovrò andare in chiesa e quindi dovrò
togliere del tempo al mio lavoro”. Anche questa è una scusa, perché il Signore
è capace di moltiplicare il poco che abbiamo e di rispondere a tutte le nostre
necessità se mettiamo Lui e l’opera Sua in prima posizione nella lista delle
nostre priorità: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste
cose vi saranno date in più” (Matteo 6:33).
“Sono un peccatore troppo grande per pensare di poter sperare
nella grazia di Dio”. Non c’è alcun dubbio che sei un peccatore; proprio perché
sei un peccatore puoi essere salvato. Gesù dice: “Colui che viene a me, non
lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Non fare l’errore di cercare o inventare
delle scuse. Il Signore ti sta cercando per salvarti e se sei già salvato Egli
ti sta invitando, affinché tu diventi un Suo servitore, un araldo
dell’Evangelo. Nessuna di quelle persone che rifiutarono l’invito furono
cercate nuovamente. Il Signore ti porge ancora oggi il Suo invito alla
salvezza, al pentimento, alla consacrazione. Cosa rispondi? Accamperai ancora
oggi una scusa, una giustificazione? Non fare l’errore di rifiutare ancora,
perché come dice lo Spirito Santo: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite
i vostri cuori” (Ebrei 3:7,8).
di Angelo Gargano
Pubblicato da Cristiani Oggi
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