Sfogliando
Qualcuno con cui camminare
Uno scrittore, un grande intellettuale contemporaneo, propone con affabile premura ad un altrettanto affabile cardinale, alcune sue riflessioni in merito al secondo millennio.
C'è speranza? - si chiede l'uomo di cultura. Al futuro che ci attende non può non prospettarsi il pensiero di una tremenda imminente apocalisse. Anche se non più vissuta attraverso la spettrale figura delle sette trombe, della grandine, il mare mutato in sangue, la caduta di stelle, le invasioni di cavallette, la Bestia risorgere dal mare, bensì attraverso le conseguenze dell'odierno incontrollato proliferare di depositi nucleari, le piogge acide, l'Amazzonia che viene cancellata dalla carta geografica, il tristemente famoso buco nell'ozono, i climi che si stanno modificando, conseguenza dello scioglimento dei ghiacciai, il ruolo dell'ingegneria genetica, l'esplosione di migrazioni di popolazioni che sfondano le "frontiere del benessere", nuove inguaribili malattie (vedi l'AIDS) o la manipolazione psicologica operata dai mezzi di comunicazione di massa. Stiamo vivendo, riflette l'intellettuale, all'insegna di una soporifera rassegnazione, lanciati in un consumismo irresponsabile. Pertanto, si chiede, c'è ancora la possibilità di identificare una nozione di speranza comune a credenti e non credenti?
La risposta del porporato, pubblicata nello stesso servizio, giunge rassicurante. In primo luogo, l'invito conciliante a non dar peso a millenarismi, al cristiano non interessano, a cui segue il suggerimento di guardare all'Apocalisse con più fiducia.
Essa non rappresenta la proiezione di odierne frustrazioni per il credente ma il prolungamento dell'esperienza di pienezza, o in altre parole di "salvezza". In quanto alla "nozione di speranza" comune a credenti e non credenti sicuramente deve esserci. Un buon motivo potrebbe essere rappresentato dallo scrutare insieme le cose semplici. Quando poi ci si getta in ardue e faticose iniziative, a proprio rischio, in nome di valori alti, senza un tornaconto visibile, vuol dire che credenti e non credenti attingono ad un qualcosa di profondo a cui forse non riescono a dare lo stesso nome… si, sicuramente c'è da fare ancora molto insieme, conclude il cardinale.
Uno scambio di opinioni, di vedute, gradevole nella sua forma, incoraggiante nelle reciproche intenzioni. Il dialogo può essere una buona cosa.
Si, è vero, l'uomo ama prendere delle decisioni forti, di distacco a volte, magari anche da Dio, ma poi di fronte alla desolazione, allo smarrimento causato dai disastri di un'umanità che ha fatto la stessa scelta, torna a farsi vivo in lui il desiderio di fare strada assieme. Il passato è gravido di nuvole così grandi da offuscare ed inquinare sia il presente che l'orizzonte del futuro. Allora si pone di fronte a qualunque cosa gli rappresenti un'altezza sufficientemente elevata per esprimere l'interrogativo che gli scaturisce dal profondo. E' possibile fare strada insieme? C'è qualcun altro con cui camminare insieme?
Un giorno, due personaggi discorrevano lungo una via chiamata Emmaus. Facevano strada insieme. Ad essi, cammin facendo, si era affiancato un altro personaggio che si sarebbe poi rivelato per il Maestro. Anch'Egli si mise a fare strada insieme. Mentre camminavano, discorrendo con questo nuovo compagno di viaggio, il loro animo veniva percorso da un fremito particolare. Evidentemente qualcosa di interessante stava accadendo loro. Quel fremito, scopriranno più tardi, era frutto di una tacita intesa tra il loro cuore e le parole che udivano scaturire dalla bocca del Maestro, parole al cui suono questo loro cuore ardeva.
La storia ci insegna che quegli uomini si sono poi evoluti a tal punto da diventare dei cartelli indicatori. La loro funzione principale, da quel giorno, fu quella di indicare ad altri la Via per gustare lo stesso fremito di quella sera. Stava per annottare, stava per scadere il tempo ma prima che quella giornata finisse ecco, insperato un fremito d'amore riaccendere la speranza. Noi possiamo, e credo facciamo ancor oggi, additare Cristo quale personaggio col quale fare strada insieme. Perché l'uomo sappia che la sua salvezza non passa attraverso la salvezza del pianeta o azioni comuni. Perché torni a cercare Cristo, tanto per il problema del nucleare tanto per la giornata di oggi, prima che venga sera.
Di Tonino
Randazzo da
“Cristiani Oggi”
"Il
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