Sfogliando
LA
RISURREZIONE DI GESU’
La risurrezione di Gesù
riveste, come ogni altro aspetto dell’opera del Salvatore, una funzione importante
nell’ambito della fede cristiana. La verità dell’Evangelo è edificata su
quest’unico fondamento, difatti se non vi fosse stata la risurrezione corporale
di Cristo, non vi sarebbe predicazione della Grazia né salvezza: “… se Cristo non è risuscitato, vana dunque
è la nostra predicazione, e vana è pure la vostra fede … voi siete ancora nei
vostri peccati. Anche quelli che dormono in Cristo, sono dunque periti. Se
abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili
di tutti gli uomini. Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli
che dormono! (I Cor. 15:14-20).
Gli uomini moderni
spesso hanno nei confronti della risurrezione di Cristo, un atteggiamento in
nulla dissimile da quello degli ateniesi di duemila anni fa, che ascoltarono la
predicazione dell’Apostolo Paolo e “quando
udirono mentovar la risurrezione dei morti, alcuni se ne facevano beffe”(Atti
17:32).
Anche la cristianità è
divisa intorno a questa prima pietra angolare della fede. Secondo una
schematizzazione piuttosto semplicistica, si possono individuare al riguardo
almeno quattro diverse, e contrapposte, posizioni. La prima è quella di chi
rifiuta fermamente anche la possibilità che Cristo sia risorto, la seconda è
costituita da coloro che intellettualizzano l’avvenimento, sottraendolo alla
storia, lo relegano nel mondo delle competenze della fede. Sulla terza
posizione si attestano quanti accettano incondizionatamente i racconti
evangelici, e su questi fondano la propria fede. Infine per ultimi ricordiamo
quei credenti che, pur accettando i racconti evangelici, vivono come se Gesù
non fosse mai risorto.
Il Nuovo Testamento è
ricco di affermazioni (tutti e quattro i Vangeli contengono la narrazione della
risurrezione), che accertano della realtà storica della risurrezione corporale
di Cristo, pur non descrivendola: “Paolo,
apostolo, non dagli uomini né per mezzo d’alcun uomo, ma per mezzo di Gesù
Cristo e di Dio Padre che l’ha risuscitato dai morti …” (Gal. 1:1).
Ci proponiamo di
esporre in sintesi il significato della risurrezione di Gesù. Innanzitutto essa
conferma la divinità di Cristo: “…
dichiarato Figliuol di Dio con potenza secondo lo
Spirito di santità mediante la sua resurrezione dai morti; cioè Gesù Cristo
nostro Signore” (Rom. 1:4). In secondo luogo la risurrezione di Cristo
conferma l’accettazione da parte del Padre dell’espiazione: “Ma piacque all’Eterno di fiaccarlo coi
patimenti. Dopo aver dato la Sua vita in sacrificio per la colpa, Egli vedrà
una progenie, prolungherà i Suoi giorni e l’opera dell’Eterno prospererà nelle
Sue mani, Egli vedrà il frutto del tormento dell’anima Sua, e ne sarà saziato
…” (Isaia 33:10,11).
Infine, la risurrezione
di Cristo addita quella dei credenti. Cristo è stato il primo fra i molti, perché Egli è risorto, i credenti
risorgeranno dai morti: “Ma ora Cristo è
risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono … Poiché, come tutti
muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti
vivificati; ma ciascun nel suo proprio ordine: Cristo, la primizia; poi quelli
che son di Cristo, alla Sua venuta” (I Cor.
15:20, 22, 23).
Non si può, e non si
deve, evitare d’affrontare il tema della risurrezione e le sue conseguenze
dirette nella vita dei credenti. La nascita di Cristo è stata determinante per
la salvezza dell’umanità, ma se Egli non fosse morto in croce e se non fosse
risorto, il beneficio spirituale per i credenti sarebbe relativo.
Un’ultima
considerazione deve essere fatta a proposito della trasformazione evidente
degli apostoli dopo la resurrezione. In altre parole, parliamo brevemente della
loro esperienza di nuova nascita, suffragata da decine di versetti. Non a caso
essa si colloca dopo la morte di Gesù e non prima, quella che doveva essere il
colpo di grazia per il gruppo di fedeli e per l’avventura iniziata appena tre
anni prima, si rivelò invece una fiamma dirompente, che bruciò ogni residuo di
paura e dubbio. E’ riduttivo, se non
ingenuo, spiegare questo fenomeno con una sorta di esaltazione mistica, vi è in
esso del miracoloso: “Gesù venne e si
presentò quivi in mezzo, e disse loro: Pace a voi! E detto questo, mostrò loro
le mani ed il costato. I discepoli dunque, com’ebbero veduto il Signore, si
rallegrarono. Allora Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi! … E detto questo,
soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo”(Giov. 20:20-22).
In questa nostra era,
così segnata dall’arroganza e dalla superbia intellettuale, la Chiesa di Cristo
non teme di proclamare che chiunque crede in Cristo, ottiene salvezza eterna.
Il Salvatore è risorto, asceso al Padre, siede alla Sua destra. I credenti non
guardano ad un cielo listato a lutto né ad un trono vuoto, ma in questo mondo
così triste, essi per Grazia conoscono l’allegrezza, che viene dal Signore
glorificato, che disse: “Io sono la
resurrezione e la vita”.
Salvatore Cusumano