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Le cose lecite
da uno scritto di Roberto Bracco
Un servo di Dio disse:
"La parte più numerosa di coloro che naufragano nell'oceano della fede
è vinta non dall'immoralità, ma dalle cose lecite."
Oggi
quest'affermazione sembra una didascalia della situazione della cristianità. Le
"cose lecite" sono diventate un'altra volta le catene dei credenti; i
loro polsi e le loro caviglie, parliamo in metafora, sono serrati strettamente.
Ai giorni di Noè ed ai
giorni di Lot, Iddio era stato bandito dalla vita degli uomini perché tutti
erano troppo occupati per interessarsi di Lui; la situazione di quelle
generazioni sembra descritta dalla parabola del convito: i primi a ricevere
l'invito erano troppo occupati per accettarlo. Ma l'acquisto del campo, l'esame
dei buoi, la luna di miele erano problemi troppo importanti e troppo urgenti
per essere trascurati o rinviati. Le generazioni raggiunte dal diluvio e dalla
pioggia di fuoco e zolfo erano assillate da problemi analoghi... non potevano
pensare a Dio, interessarsi di Dio e neanche accorgersi dell'orizzonte che si
stava oscurando sotto il peso dei nembi del giudizio divino.
Lo spettacolo di
questi giorni non è molto diverso; le "cose lecite" sono tornate ad
invadere il santuario ed hanno estromesso il Nome di Dio. Il Regno dei Cieli
non rappresenta più il centro della vita e lo scopo ultimo dell'azione, anzi
sembra che non rappresenti più nulla. I cristiani si chiamano ancora cristiani
ed infatti appartengono ad una confessione cristiana, partecipano anche ad un
culto che vuole essere cristiano e se li interrogate vi accorgete che conoscono
formule cristiane ed hanno una cultura cristiana. Il loro cristianesimo però è
dimensionato ed adattato alle esigenze della "vita contingente". Non
cercano il peccato, badate bene, non si tuffano nel torrente limaccioso dell'immoralità;
cercano soltanto di "vivere la loro vita" accettando od anzi
ricercando tutte le cose lecite. Il mondo non è avaro con loro perché in questa
generazione di progresso non manca il fiore della prosperità e tutti e quasi
tutti possono avere più denaro, più comodità, più piaceri. Naturalmente si
parla sempre di piaceri "leciti" e di comodità legittime.
Sembra che tutti
conoscano bene i limiti della "legge" e tutti sappiano camminare
rasenti, rasenti alle norme del cristianesimo senza oltrepassare il ciglio del
sentiero. Come accusarli e come condannarli quando tutto quel che compiono
porta il crisma della legalità? Ma intanto la presenza di Dio si allontana
sempre più dalla chiesa ed il fuoco del risveglio brucia sempre meno nei cuori
e nelle comunità. Nessuno, può essere giudicato, ma tutti sono giudicati da
Dio. Cerchiamo di spiegare lo strano fenomeno: tutti nel lecito e tutti lontani
da Dio!
Cerchiamo di spiegare
il fenomeno iniziando l'esame dai suoi effetti e risalendo pian piano alla sua
causa. Gli effetti sono le manifestazioni spicciole e quotidiane, che compaiono
nella vita dei credenti e la causa è lo stato dell'anima e della mente vendute
alle realtà presenti.
Il primo effetto è
costituito dall'assenza della preghiera e della meditazione; è un effetto
negativo o passivo, ma nel mondo spirituale queste precisazioni sono superflue
perché il male è costituito "anche" dall'assenza del bene. La
preghiera e la meditazione della Scrittura esistono nel credente che sa trovare
tempo per queste cose perché rappresentano una necessità insostituibile
dell'anima, quando un credente non sa trovare il tempo necessario per
esercitare queste attività spirituali vuol dire che è "troppo
occupato". Diceva giustamente uno scrittore cristiano: "Se tu sei
troppo occupato per poter pregare vuol dire realmente che sei troppo
occupato".
Quando le ore e poi i
giorni e poi le settimane, i mesi e gli anni trascorrono privi dell'alimento
della preghiera e della lettura personale e della personale meditazione, il
fuoco si spegne, può anche essere stato un fuoco grandissimo, un incendio, ma
senza combustibile non può aspettare che una sorte. Le comunità ed i credenti
si gelano perché sono tanto presi dalle loro occupazioni da non potere più
dedicare tempo alla preghiera. Nel passato, ogni invito alla preghiera trovava
un numero notevole di credenti che avevano disposizione per accettarlo e tempo
per raccoglierlo, ma oggi tutti sono "troppo occupati".
Non dobbiamo pensare
che essi non vengono alle riunioni di preghiera perché vogliono andare in
luoghi di peccato. No! Molti sono occupati a lavorare nelle ore straordinarie,
molti altri sono impegnati nelle proprie case o nelle proprie cose e non
mancano neanche quelli che "non possono" rinunciare al programma
istruttivo, interessante ed innocente trasmesso dalla locale stazione
televisiva. Sono tutti impegnati in "cose lecite" anzi in cose buone,
eccellenti; tutti troppo occupati per interessarsi di Dio.
Vogliamo chiarire, per
non essere fraintesi, che noi non crediamo che la televisione sia uno strumento
lecito per i figli di Dio, ma abbiamo fatto questo riferimento perché sempre
più insistentemente si vuole includere anche quest'ultima voce della scienza e
del mondo fra le cose lecite regalateci per la nostra comodità ed il nostro
benessere. Soffermiamoci ancora un poco sopra quest'argomento marginale:
possiamo notare il paradosso del figlio di Dio o del servo di Dio che non ha
tempo per andare ad una riunione di preghiera o di adorazione perchè il
"Suo tempo" è ipotecato da una partita di calcio teletrasmessa. E non
sono esclusivamente il lavoro e la televisione che sottraggono membri di chiesa
dalle riunioni, e non soltanto dalle riunioni di preghiera, ma anche tante e
tante altre cose lecite che hanno preso il posto occupato una volta
dall'interesse per il Regno di Dio. Il tempo che oggi molte cristiane
trascorrono dalla sarta, dalla modista, dal parrucchiere o impiegano nella
visita quasi sistematica dei negozi che possono arricchire il loro guardaroba,
il loro arredamento, la loro dispensa; questo tempo, ripetiamo, ieri veniva
usato totalmente o in massima parte per le cose dell'anima. Il Regno è sceso
sempre più in basso e le "cose lecite" sono salite sempre più in alto
fino a tanto che le cose hanno espulso il Regno.
Provate ad interrogare
tutti quei credenti che quasi regolarmente si assentano dalla comune adunanza.
Essi vi spiegheranno perché non hanno avuto la possibilità di partecipare
all'offerta di un culto a Dio e se non lo avete ancora scoperto, scoprirete che
non si sono recati in nessun luogo contaminato, ma sono stati semplicemente
"troppo occupati" per ricordarsi delle realtà spirituali. Ormai è
norma che i cristiani accettino ed organizzino i loro lavori senza preoccuparsi
di subordinarli alla vita ed alle esigenze dello Spirito, come è anche norma
che essi facciano i loro programmi familiari, dispongano del loro tempo,
preparino i loro svaghi o le loro vacanze dimenticando totalmente l'ordine del
Signore: "Cercate prima il Regno dei cieli...".
Le benedizioni divine
non interessano più, la comunione con Dio non attira più, le esigenze
dell'anima non vengono ascoltate più.. ci sono altre realtà più immediate, più
visibili, più concrete che attirano e che assorbono e tutte queste realtà
appartengono alle "cose lecite". E noi possiamo facilmente vedere un
credente od una famiglia che continuano la loro strada portando sopra le spalle
il mantello della religione; soddisfatti, possiamo dire, di appartenere ad una
chiesa, di avere un pastore, di credere ad una dottrina, di possedere delle
promesse anche per il di là... eppure così estranei alla vita di Dio, alle cose
dello Spirito da non essere affatto dissimili da tutti quelli che non hanno mai
fatta un' esperienza cristiana. Sono forse anche ottimi membri di una chiesa,
se per chiesa ci riferiamo ad una organizzazione religiosa; non c'è proprio
nulla da dire di loro o contro di loro perché poi in fondo "non fanno
nulla di male" e tutto quel che si può osservare che hanno dimenticato il
bene, almeno il vero bene, cioè Iddio e le cose del Suo Regno.
C'è anche un secondo
effetto e a questo abbiamo già accennato dilungandoci ad illustrare il
precedente: l'assenza di scrupoli morali. Non parliamo dell'immoralità nelle
sue forme più conosciute e più condannate, questa non esiste, è tenuta lontana,
ma non è tenuta lontana quella linea di condotta che rasenta così estremamente
il lecito da fare del muro di separazione fra il bene ed il male piuttosto il
tratto di unione o il ponte del compromesso fra l'una e l'altra realtà.
I cristiani che ieri
erano per quel bene che avesse potuto rendere evidente la loro testimonianza
all'opera della grazia, oggi sono decisamente per quelle azioni che possono
ammantarsi delle ultime o delle più marginali risorse della legalità. Quando di
una azione qualsiasi possono dire "che male c'è?", di quella azione
diventano i sostenitori o gli autori più convinti. Ieri i termini della domanda
erano rovesciati ed un cristiano si chiedeva piuttosto "che bene
c'è?", ma oggi le cose lecite rappresentano alla borsa dei valori i titoli
per i quali s'affollano le più numerose e calde domande. Mille cose, se volete
piccole cose, sono entrate di nuovo nella vita dei credenti ed hanno sbiadita
la santità. Siamo pronti infatti a riferirci un'altra volta a quel servo di Dio
che affermava non essere necessaria una fune per legare un credente al mondo
perché sono sufficienti anche mille sottilissimi fili di seta. La letteratura
profana è un filo di seta, la moda vanitosa è un filo di seta, le cattive
compagnie e le cattive amicizie sono fili di seta, e poi... i belletti, i
monili, i gioielli, le permanenti, le tinture, gli sport, gli spettacoli
(seguiti direttamente o seguiti alla radio e alla televisione) sono fili di
seta che legano al mondo e che fanno avere comunione col mondo.
Queste cose oggi
esistono nella vita dei cristiani ed esistono in una misura che va crescendo
ogni giorno perché ormai gli scrupoli morali vanno verso il mutismo o le
coscienze vanno verso la sordità. Il popolo perde il contatto con il cielo e lo
stabilisce sempre più tenacemente con la terra: ieri si voleva tutto quello che
poteva essere , utile ed edificante", cioè che potesse piacere a Dio, oggi
si vuole tutto quello che è lecito e quindi possa piacere all'uomo.
Veniamo ora ad un
terzo effetto per cercare di illustrarlo, la ricerca dell' approvazione umana.
La chiesa vuole un posto nel consesso della società, vuol dire la sua parola,
vuole i suoi diritti e procaccia plausi, riconoscimenti, amicizie ed alleanze.
Quando viene posta sullo stesso piano di qualsiasi istituzione terrena pensa di
avere ottenuto un successo e ne gioisce.
La pellegrina, la
perseguitata di ieri; quella chiesa che non era riconosciuta dalla società e
non era tollerata neanche dal mondo religioso, inteso almeno nel senso più
comune del suo termine, oggi ha il suo posto. Lo ha voluto, lo ha cercato e
naturalmente lo ha ottenuto. I nemici di ieri sono ormai amici ed i persecutori
si sono trasformati in protettori, orribile parola che ci fa pensare allo
sviamento della "casta vergine di Cristo". Anche a questo punto torna
l'affermazione di un servo di Dio che stigmatizzava la posizione della chiesa
perché oggi "da valore a quelle realtà della la vita, alle quali Cristo
non attribuiva nessun valore".
I giornali, i
periodici la tentano; potere essere su quelle colonne a fianco alle istituzioni
umane rappresenta ormai un'ambizione di tutti i giorni e di tutti i luoghi,
pubblicità, pubblicità e .poi ancora pubblicità, ecco quello che vuole la
chiesa.
Si potrebbe continuare
e chissà per quanto, ma in fondo ogni effetto è parallelo al precedente ed ogni
effetto nasce da una causa, proprio dalla stessa causa: la chiesa ha
abbandonata una sfera e si è trasferita in una sfera non soltanto diversa, ma
inferiore. Dallo Spirito nascono frutti spirituali, e dalla carne sono generati
frutti carnali, quando la chiesa viveva nello Spirito, viveva anche nel cielo,
ma da quando la chiesa è tornata alla carne anche il mondo è tornato nella
chiesa.
La chiesa è tiepida
perché era calda; se non fosse stata mai riscaldata non sarebbe potuta
diventare tiepida. deve rendere conto a Dio! La conclusione è quella data venti
secoli fa da Cristo,, al ritorno del Signore molti che si sono illusi saranno
delusi ed il maggior numero di questi si troverà fra quelli che senza aver
commesso grossolani peccati e rinnegato apertamente il Signore, saranno
considerati come coloro che ai giorni di Lot o di Noè, senza far nulla che
fosse "molto male", furono travolti dall'ira di Dio.
Roberto Bracco
"Il
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