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Origini del Carnevale.
Il Carnevale è un periodo e un
evento dell'anno caratterizzato da animato divertimento e festeggiamenti burleschi;
pur non essendo una festa liturgica, tradizionalmente coincide con i giorni
precedenti la quaresima. Consiste in un rovesciamento buffonesco della realtà,
spesso celebrato con balli, sfilate e cortei di carri allegorici, situazioni di
incontro e festa collettiva, caratterizzate tutte dalla presenza di maschere.
La parola deriva forse dal latino
carrus navalis, o dal latino medievale carnem levare,
"togliere la carne" dalla dieta (in osservanza al divieto cattolico
di mangiare carne durante la quaresima).
I festeggiamenti hanno origine
molto remota e si ricollegano ad antichi riti pagani. La maschera, ad esempio,
attualmente segno di buffa trasgressione e divertimento, nelle civiltà
pre-cristiane era considerata strumento atto a conferire a chi la indossava un
potere sovrannaturale, o la forza degli animali sacri raffigurati; si riteneva
inoltre che le manifestazioni di ilarità potessero scacciare gli spiriti
maligni.
In seguito all'avvento del
cristianesimo nei riti del Carnevale vi è stato tolto, apparentemente, il
carattere magico-rituale, mantenendo quelle caratteristiche di occasione di
divertimento popolare eccessivo e peccaminoso fedeli all'originale.
Il Carnevale ebbe origine dai
Baccanali greci e dai Saturnali romani.
I Saturnali furono istituiti per
celebrare la costruzione del tempio a Saturno, nel
In quei giorni i romani si
riversavano nelle strade, cantando e osannando il padre degli dei. Sparivano le
differenze sociali e il popolo si dava a gran feste, culminanti nel giorno
dedicato alla dea Opi.
Nulla veniva rispettato e
venivano dette pubblicamente delle cose che in altre circostanze non sarebbero
state tollerate.
A Bacco erano invece dedicati i
Baccanali, dove forse vennero usate le prime maschere, anche se studi più
recenti ipotizzano che la maschera venisse già prima utilizzata dagli Egiziani
e dagli Indiani.
Veniva eletto un capo festa che
organizzava i giochi e in seguito si adottò un vestito che impediva di
riconoscere il nobile dal plebeo, lo schiavo dal padrone, anche l'imperatore
partecipava alla festa mascherata, e questo per non essere riconosciuti durante
le licenziose pratiche libertine.
Anche nei Lupercali, feste in onore di Fauno, i Romani facevano
uso della maschera. Gli uomini si coprivano il volto con foglie di vite, sulle
quali praticavano due fori in corrispondenza degli occhi. Altrettanto facevano
i soldati, che, così mascherati, formavano un corteo con caricaturali carri di
trionfo, che servivano a fare della satira verso i loro capi.
Con l'avvento del cristianesimo
queste feste, come molte altre, furono trasformate in eventi religiosi che
spesso prevedevano processioni per lo spostamento di icone o statue di santi o
madonne da un luogo all'altro questa volta per ringraziare dei raccolti e porre
le condizioni per un futuro migliore o grandi festeggiamenti popolari sempre in
onore di ricorrenze religiose appositamente create per giustificare e mantenere
in vita la tradizione dei baccanali (la festa napoletana chiamata "Festa
di Piedigrotta" ne è un esempio).
Il Carnevale contrasta con l'Etica Cristiana?
Sicuramente si!
E non solo per le marcate origini, dalle
quali ne ritrae fedelmente gli intenti e i modi di espressione. Sicuramente non
tutte le zone e tutte le persone vengono coinvolte da questo tipo di carnevale
e, come avviene con tutte le altre cose contrarie alla sana dottrina cristiana,
resta sempre nella libera volontà dell'individuo la scelta di praticarlo.
Si può dire benissimo che il Carnevale serve
a manifestare, almeno una volta all'anno, la
frenetica ricerca di appagamento sensuale, dando la possibilità all'individuo
di sovvertire quei ruoli e quei valori, nei quali si sente come imprigionato,
senza essere condannato da alcuno.
Una volta all'anno, diventa
legittimo il curioso bisogno di abolire la propria personalità per assumerne
una fittizia per commettere, sotto una maschera grottesca, le più stravaganti
bizzarrie. Provando anche a dire in forma scherzosa, e non solo, tutto ciò che
non è consentito dire seriamente, per ridere impunemente di tutto e di tutti. È
stato scritto che il Carnevale è il re del mondo o, meglio ancora, uno
strumento del re del mondo; effettivamente nessuna usanza può dirsi più
universalmente diffusa e praticata da svariati popoli, diversi per cultura.
Ma, dall'Italia alla Germania,
dal Brasile al Nord America, il Carnevale trova la sua espressione massima
nell'ambiente cosiddetto cristiano, diventando un efficace strumento di
scandalo, ma, nello stesso tempo, strumento che serve a distinguere il
cristiano nominale dal cristiano fedele ai sani insegnamenti di Cristo.
C'è da tener presente però che,
in quasi tutte le altre realtà sociali e religiose mondiali, troviamo, anche se
espresse diversamente, caratteristiche carnevalesche affine anche
nell'estetica:
Riguardo a quello che avviene in questo
periodo non abbiamo bisogno di entrare nei particolari, ma basta andare in uno
dei posti (e in Italia ormai, purtroppo, c'è ne sono diversi), dove si
organizzano le sfilate, per rendersi conto di quello che succede; sicuramente i
moralisti lì non si troverebbero a loro agio. Certamente il solo fatto del
guardare un carro allestito con maschere e costumi, non si può classificare
peccato, ma il partecipare alle buffonerie e alle gozzoviglie può recare del
danno morale e spirituale.
Ma il Carnevale NON è solo quello; Carnevale
è principalmente quello che anima le persone all'allegrezza spropositata, alla
trasgressione, a quel convincimento che puoi fare qualcosa che non ti è
consentito nella vita di ogni giorno e nelle normali relazioni; è uno spirito
diabolico vero e proprio che camuffandosi di costumi, colori e caricature
innocue trascina le persone nella loro naturale inclinazione, derivante, anche
questa, dalla decaduta condizione umana e non ancora rigenerata dallo Spirito
di Dio.
In Germania per esempio le maggiori nascite
di bambini avvengono nove mesi dopo il periodo del Carnevale, e principalmente
di bambini non desiderati, e illegittimi. È risaputo da tutti anche quello che
avviene in Brasile, a Rio de Janeiro. In quasi tutto il Sud e il Centro America
il Carnevale viene festeggiato come quello di Rio de Janeiro: sfrenatezza,
dissolutezza, sesso facile, scherzi dannosi, sembra di rivedere per qualche
giorno, quello che succedeva nelle città di Sodoma e Gomorra di 4.000 fa, prima
di essere distrutte.
Nel Carnevale si celebrano molte allegorie,
ma il Carnevale stesso è una allegoria, precisamente quella dei Sabba
diabolici. Mentre danze, orgie, sfregi, oscenità, rituali blasfemi e presenze
diaboliche nei Sabba sono reali e tangibili, nel Carnevale queste cose si
travestono di permissivismo incoraggiando le persone agli stessi tipi di
peccati, seppur in maniera ridotta.
Un articolo di un giornale di provincia del
1938 riporta, a proposito del Carnevale: "...giovanetti rabbiosi, ragazze
frenetiche non sanno rinunciare al turpe divertimento del ballo. Passioni
roventi si sviluppano e ardono, affetti pravi che iniziano; mode turpi,
nudismo, che si usano; abbracciamenti disonesti che si fanno; peccati che si
consumano nel bollore della danza cittadina e negli agiati ritrovi notturni;
tresche che si svolgono; onore che spesso si perde; malizie che si
imparano."
Il Carnevale favorisce e incita
all'alcolismo, all'adulterio, alle facezie scurrili, alle buffonerie, alle
volgarità e alle altre cose contrarie, non solo ai sani comportamenti
cristiani, ma anche alla normale moralità vigente negli altri periodi
dell'anno.
Un'altro aspetto caratteristico peccaminoso
del Carnevale è la mascherata e il travestimento; questi non sono altro che le
"braccia" dell'inganno, di cui Satana ne è la personificazione e il
generatore, come dice Cristo: "...egli è il padre della menzogna...".
Il travestimento serve come autorizzazione
per esternare alcuni impulsi repressi dalla Legge di Dio che agisce nella
coscienza; ovviamente questo è un inganno, e non può essere giustificato colui
che pecca in questo particolare periodo dell'anno.
Sicuramente ci sono persone che non si
mascherano con intendi malvagi, ma la mascherata e la partecipazione può essere
il principio di qualcosa di peggio.
Questo meccanismo malefico lo vediamo anche
in alcuni bambini, i quali usando il travestimento, fanno delle burle sia ai
loro coetanei che ai grandi.
In nome del Carnevale viene loro concesso di
fare delle cose che sono deplorevoli e degni ci condanna negli altri periodi
dell'anno. Forse che il Carnevale ha il potere di trasformare un atto da
condannare e peccaminoso in atto lecito e giustificato? Il danno recato dal
peccato è inesistente per il fatto che chi lo commette è vestito con costumi
vari? Con quale autorità la gravità del peccato viene tolta se svolto in questo
particolare periodo dell'anno?
Il Carnevale a confronto con
Nella Bibbia non riscontriamo la parola
CARNEVALE, ma spesse volte è sottintesa quando vi sono menzionati i peccati del
"mondo" o della "carne", espressamente fatti in particolari
circostanze. È caratteristico anche il fatto che la parola (in italiano)
"carnevale" derivi da CARNE, e forse non intesa soltanto come
alimento.
Ci risulta abbastanza ovvio, e senza téma di
essere smentiti, che Cristo, gli Apostoli e la prima chiesa non celebravano i
festeggiamenti del carnevale o cose del genere. Le feste che praticavano erano
solo quelle prescritte da Mosè, la festa dei Purim subentrata nel periodo
dell'esilio post-babiloneseo e quella istaurata nel periodo dei Maccabei.
All'infuori di queste non riscontriamo che
gli ebrei, anche quelli cristiani, celebrassero altre feste. Per quanto
riguarda nella vita della Chiesa del Nuovo Testamento non si celebrava alcuna
festa essendo Cristo stesso "nostra Pasqua e nostra festa", come dice
anche l'apostolo Paolo, essendo anche i frequenti incontri di comunione fraterna,
momenti di gioia intensa per via della presenza del Signore.
Come abbiamo scritto sopra, la feste, incluso
il Carnevale, sono subentrate in secondo tempo nella realtà cristiana, ma
soltanto per accondiscendere ai nuovi convertiti (?), provenienti dal paganesimo.
Nel periodo che va dal 250 d.C. al 500 d.C tutte le feste pagane sono state
progressivamente trasformate in feste "cristiane", alcune delle quali
sono sopravvissute sino ad oggi, Carnevale incluso.
Gia al tempo di Mosè e di Giosuè, Dio ha
ammonito il suo popolo a non conformarsi e a non adottare gli usi e i costumi
licenziosi e peccaminosi dei popoli Cananei.
Lo stesso ammonimento vale per il popolo di
Dio del Nuovo Testamento:
Ancora oggi siamo nel Nuovo Testamento e come
allora i cristiani si debbono attenere ai comandamenti divini.
Al tempo di Giosuè, il popolo di Dio,
entrando nella Terra Promessa non doveva assimilare e usare le pratiche pagane;
al tempo della Chiesa (anche oggi), coloro che si convertono debbono
abbandonare le pratiche e gli usi peccaminosi della vita trascorsa senza Dio,
prima di conoscere Cristo.
Romani 8:5-9 "Infatti quelli
che sono secondo la carne, pensano alle cose della carne; invece quelli che
sono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito.
Ma ciò che brama la carne è morte, mentre ciò
che brama lo Spirito è vita e pace;
infatti ciò che brama la carne è inimicizia
contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; e
quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete nella
carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se
qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui."
Galati 5:16-24, 6:8 "Camminate
secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. Perché la
carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla
carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che
vorreste. Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione,
impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia,
ire, contese, divisioni, sètte, invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose;
circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non
erediterà il regno di Dio.
E quelli che sono di Cristo hanno crocifisso
la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perché chi semina per la sua
carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito mieterà
dallo Spirito vita eterna."
Efesini 5:3-4 "Come si addice ai
santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di
voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma
piuttosto abbondi il ringraziamento."
Colossesi 3:5-8 " Fate dunque morire
ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e
cupidigia, che è idolatria. Per queste cose viene l'ira di Dio, e così vivevate
un tempo anche voi, quando vivevate in esse. Ora invece deponete anche voi
tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca
parole oscene.
"Il
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