Sfogliando
Apparizioni e Verità Biblica
Sempre più spesso l’argomento torna d’attualità; cosa si pensa di
apparizioni e statue che piangono? Spesso si tratta di burle o suggestioni, in
ogni caso la Bibbia dà una risposta.
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Fenomeni già presenti nell’antichità
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A Roma, nel 181 a. C., la pestilenza infuriava tanto che non si
riusciva a seppellire i morti; intanto, nel recinto di Marte e della Concordia
pioveva sangue e sui monti Albani, a Lanuvio, la statua di Giunone Sospita, si
era messa a piangere. Dopo circa un secolo pare che comparissero gocce di
sangue nella cella di questa divinità, una dea legata al culto della fertilità
annuale e gelosa custode della verginità. Una statua d’Apollo, poi, a Cuma nel
130 d. C., pianse per quattro giorni di
seguito. C’erano anche le statue che sudavano: quella del dio Mercurio, nel 93
a. C., sudò ad Arezzo; lo stesso accadde quarant’anni dopo a quella di Marte. Pare
che Cicerone, nel sentire queste notizie, arricciasse il naso e suggerisse per
il sangue che si trattava di alterazioni del colore causato dal contatto con la
terra, per il sudore umidità proveniente dall’esterno, come le macchie sugli
intonaci nei giorni di scirocco. La reazione dei Romani di solito era la paura
e spesso decidevano di distruggere statue piangenti, insanguinate o sudate
perché ritenevano che fossero manifestazioni dell’ira di quella divinità e
quindi si chiedevano preoccupati il perché e non credevano in tali eventi a
“sostegno” della fede. Nell’Eneide di Virgilio è raccontato della sudata del
celebre Palladio che rappresentava la
dea Atena. Ulisse e Diomede avevano strappato la statua ai Troiani, ma per ben
tre volte era sobbalzata da terra e i suoi occhi avevano lanciato fiamme e un
sudore salato aveva invaso le sue membra. Il grammatico Servio, rispondendo
alle obiezioni di alcuni commentatori antichi di Virgilio, che chiedevano che
bisogno c’era della specificazione ‘salato’, rispondeva: “Per evitare che il
lettore scambiasse questo sudore per un qualunque altro umore”, se la
trasudazione era simbolo di travaglio e sofferenza, doveva essere salato! Un
giornalista tempo fa scrisse: “I miracoli sono ancora oggi considerati … una
sorta di lettera di raccomandazione, una garanzia che il messaggio proviene
veramente da Dio, il Suo onnipotente sigillo ad una missione o ad una parola
proveniente da Lui”. L’articolista si riferiva a quelli approvati dalla
religione maggioritaria nel nostro Paese, ma l’idea è diffusa pressoché
universalmente.
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Chi dovrebbe giudicare questi avvenimenti?
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Questa domanda è essenziale perché è importante sapere se si
tratta di eventi dovuti a Dio, oppure no. Per accertarsene, secondo alcune
autorità ecclesiastiche, che affermano d’essere le sole a poter stabilire se
tali eventi sarebbero o no in accordo con la ‘rivelazione del Vangelo e la
Tradizione dottrinale’, bisognerebbe soddisfare due condizioni: essere conformi
alla dottrina ed avere una condotta santa. Per questo negli anni alcune
apparizioni e miracoli sono state approvate ed altri no. La famosa apparizione
avvenuta a Fatima, del 13 maggio 1917, per esempio, dove una ragazzina con due
suoi piccoli amici pastorelli dichiararono di aver visto una Signora in una
grotta e la identificarono con Maria madre di Gesù. La presunta Immacolata
Concezione di Maria, cioè la sua nascita senza peccato, sarebbe stata invece
rivelata alla quattordicenne Bernadette insieme con altri segreti. Sempre
Maria, sarebbe apparsa a Guadalupe, il 9 dicembre 1531; un Indio messicano
affermò che mentre andava a Città del Messico incontrò una Signora, che lo
incaricò di chiedere al suo maggiore rappresentante ecclesiastico di costruire
una Chiesa nel luogo dell’apparizione stessa. Un libro riferisce di duecento
casi di apparizioni dal 1930 al 1976; di esse le due condizioni dapprima citate
sono state ritenute valide alcune volte mentre invece per le altre si è
lasciato libertà alla devozione popolare che ha in ogni modo offerta la propria
venerazione. Le Autorità ecclesiastiche citate, di solito, ufficialmente o
ufficiosamente hanno concluso trattarsi di “speciali rivelazioni” e “miracoli”
ed hanno avvalorate credenze come “l’Immacolata Concezione”, “l’Assunzione”
corporale di Maria in cielo e la sua presunta possibilità – insieme a tutti i
cristiani defunti – di intervenire con intercessioni o direttamente con
miracoli a favore dei viventi.
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La verità secondo le Scritture
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Non una chiesa o dirigenza ecclesiastica dunque, ma la Bibbia è
l’infallibile ed unica guida a cui bisogna fare riferimento in ogni occasione.
Le rivelazioni date nei messaggi di apparizioni, di statue ed altro, che sono
state confermate come verità, tipo l’Immacolata Concezione e l’Assunzione di
Maria, contraddicono le Sacre Scritture. Tutti gli uomini, inclusi i parenti
terreni di Gesù Cristo, sono stati concepiti nel peccato ereditando, la
tendenza a peccare e la morte fisica. Il re Davide affermò: “Ecco, io sono stato generato nell’iniquità,
mia madre mi ha concepito nel peccato” (Salmo 51:5); l’apostolo Paolo
scrisse: “Tutti hanno peccato e sono
privi della gloria di Dio” (Rom. 3:23) ed ancora: “Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita
eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom. 6:23). D’altronde perché Maria
presentò l’offerta per il peccato se fosse stata concepita senza peccato?
L’evangelista Luca riferì: “Quando furono compiuti i giorni della loro
purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per
presentarlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà consacrato al
Signore; e per offrire il sacrificio di cui parla la legge del Signore, di un
paio di tortore o di due giovani colombi” (Luca 2:22-24). Ella osservò la legge
di Mosè come qualsiasi altra partoriente ebrea: “Quando i giorni della sua
purificazione, per un figlio o per una figlia, saranno terminati, porterà al
sacerdote, all’ingresso della tenda di convegno, un agnello di un anno come
olocausto, e un giovane piccione o una tortora come sacrificio per il peccato”
(Lev. 12:6). Di conseguenza la ‘normalità’ di Maria porta alla conclusione
che niente autorizza a non credere nella Bibbia la quale afferma che non abbia
possibilità diverse dagli umani defunti, d’intervenire nelle vicende terrene
con miracoli ed apparizioni. Quanto agli interventi miracolosi e messaggi dati
dopo la sua morte, va affermato con chiarezza: nessun defunto può venire dal
mondo dei trapassati e neanche comunicare con viventi (cfr. Luca 16:26-31). I
pochi episodi di defunti biblici riapparsi e che hanno colloquiato con viventi,
sono eccezioni “permesse” da Dio. Per esempio, il profeta Samuele fu
autorizzato ad apparire alla maga che lo aveva evocato; il motivo divino fu che
il re Saul, per il suo stato spirituale, era impossibilitato a stabilire la
comunione con Dio e Samuele fu quindi incaricato di rivelargli l’immediato
futuro. Dall’episodio si capisce che i defunti evocati (cfr. I Samuele 28) non
possono rispondere, l’evocatrice “urlò” spaventata vedendo realmente Samuele e
non un demone trasformato (v. 12); si evince anche che sono contrariati:
“Perché mi hai disturbato, facendomi salire? (v. 15a) e che serbano la facoltà
di ricordare: “Il Signore ha agito come ti aveva annunziato per mezzo mio” (v.
17a). Altre due morti con protagonisti che sono apparsi e che hanno parlato, sono
Mosè ed Elia sul monte della trasfigurazione. Anche in questo caso si tratta di
permessi divini accordati per sottolineare “dalla magnifica gloria” la
superiorità di Cristo Gesù sulla Legge (Mosè) ed i Profeti (Elia) e quindi
della dispensazione nella Grazia: “Questo
è il mio Figlio Diletto, nel quale mi sono compiaciuto; ascoltatelo” (Matt.
17:5). La pratica di accettare e ricercare apparizioni dei defunti è
pericolosa ed è proibita da Dio. Essa è in sostanza una “porta aperta” a Satana
che spesso porta a compimento la sua opera diabolica dapprima influenzando, poi
ossessionando ed opprimendo, infine possedendo chi lo ricerca in questo modo
errato. Nel racconto del ricco Epulone e di Lazzaro, che crediamo non sia una
parabola perché queste non hanno mai protagonisti identificati, è affermato
chiaramente che i defunti non possono intervenire nelle vicende umane (cfr.
Luca 16:19-31). Leggiamo, infatti, che alla morte il ricco andò a soffrire ed
il povero andò a godere in compagnia d’Abramo. Il ricco Epulone, realizzato il
gran tormento cui era sottoposto, domandò al patriarca di mandare qualcuno a
predicare la salvezza eterna ai suoi: “Affinché attesti loro queste cose, e non
vengano anche loro in questo luogo di tormento”. La risposta chiarisce che la
Grazia divina bisogna accettarla durante la vita terrena: “Abramo disse: ‘Hanno
Mosè e i profeti; ascoltino quelli’”; soltanto la Parola di Dio è il messaggio
di Dio all’uomo e non quello dei deceduti che apparirebbero e parlerebbero in
modi vari. Dopo un po’ Gesù avrebbe resuscitato un suo amico dallo stesso nome;
il risultato fu un’accelerazione della decisione di ucciderlo. Ogni opportunità
per la salvezza eterna è valida soltanto in questo mondo: “Abraamo rispose: ‘Se
non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei
morti risuscita’”. L’Apocalisse parla drammaticamente di fenomeni come quelli
descritti in questo scritto. Nel periodo della Grande Tribolazione è detto del
Falso Profeta e dell’Anticristo: “E
seduceva gli abitanti della terra con i prodigi che le fu concesso di fare in
presenza della bestia, dicendo agli abitanti della terra di erigere un’immagine
della bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita.
Le fu concesso di dare uno spirito all’immagine della bestia affinché
l’immagine potesse parlare e far uccidere tutti quelli che non adorassero
l’immagine della bestia” (Apoc. 13:14, 15). Nessuna apparizione di defunti
è perciò biblica ed è proibito cercare un loro intervento. L’unica fonte a cui
bisogna rivolgersi per imparare il giusto contatto con Dio è la Parola di Dio: “’Alla legge! Alla testimonianza!’. Se il
popolo non parla così non vi sarà per lui nessuna aurora! Andrà peregrinando
per il paese, affranto, affamato; quando avrà fame, si irriterà,maledirà il suo
re ed il suo Dio; volgerà lo sguardo in alto, lo volgerà verso terra, ed ecco,
non vedrà che difficoltà, tenebre, oscurità piena d’angoscia; sarà sospinto in
mezzo a fitte tenebre. Ma le tenebre non dureranno sempre sulla terra che è ora
nell’angoscia … nei tempi a venire (Dio) coprirà di gloria la terra …” (Isaia
8:20-23).
di Davide Di Iorio
Pubblicato da Cristiani Oggi
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